Gavi
Panoramica
La città di Gavi, sita in provincia di Alessandria e bagnata dal torrente Lemme, è immersa in un paesaggio collinare, al confine fra Piemonte e Liguria.
Le origini si perdono nel Neolitico, mentre il primo documento ufficiale è datato al 972 d.C.. La posizione di confine fu strategicamente impiegata nei conflitti fra i vari Regni d’Italia, in particolar modo il Regno di Genova, il Regno di Sardegna e il Ducato di Savoia.
La leggenda vuole che presso il Castello di Gavi, avamposto difensivo medievale costruito dai genovesi fra il 1500 e il 1600 su resti di un castello, trovasse rifugio la principessa Gavina. Di origini longobarde, si innamorò di un uomo di umili origini, non gradito pertanto dalla famiglia nobiliare. Fuggita, trovò asilo presso il Forte di Gavi, innamorandosi del luogo e degli abitanti.
Proprio il Forte è fra i principali motivi per visitare Gavi, immergendosi nella sua storia e degustando le varie tipicità del territorio, fra vino e preparazioni tradizionali.
Gastronomia
Le tipicità gastronomiche della città di Gavi sono molteplici, legate alle tradizioni piemontese e ligure.
Il vino bianco di Gavi viene impiegato nella preparazione del Risotto al Gavi, un risotto bianco sfumato con il vino e mantecato con parmigiano.
Fra i piatti tipici, troviamo la testa in cassetta, dalla ricetta antica ed elaborata, un salume di risulta inventato dai contadini per conservare e rendere più appetitose le parti del maiale avanzate dalla produzione di prosciutti e salami.
L’influenza ligure si fa fortemente sentire con la torta di riso, impastata solitamente in occasione di festività, era spesso anche un modo per recuperare il riso avanzato.
I ravioli, piatto molto diffuso in Piemonte, leggenda vuole che siano nati a Gavi nel XII secolo, dalla famiglia Raviolo. Nel corso dei secoli, il ripieno di carne andò incontro ad alcune varianti, così come il formaggio. La ricetta ufficiale è gelosamente custodita dall’Ordine Obertengo del Cavalieri del Raviolo e del Gavi.
Uno fra i modi principali per servire il raviolo di Gavi è “u tuccu”, un sugo di carne tipico genovese realizzato con soffritto, salsa di pomodoro e vino, e lasciato sobbollire per molte ore. Si possono inoltre degustare nel vino, oppure a “culo nudo” con una semplice spolverata di parmigiano.
Per quanto riguarda i dolci, la tipicità principale sono gli amaretti morbidi di Gavi sono realizzati con mandorle dolci e amare, ricoperti di zucchero a velo. Sono molto ben abbinabili con il Cortese di Gavi. Infine, il Moretto: un cono gelato al fior di latte, ricoperto da cioccolato fondente indurito.
Vini e Bevande
Una gran parte del territorio collinare della città di Gavi è coltivato a vigna; molteplici sono le aziende produttrici di vini.
Primo fra tutti, troviamo il Gavi, pregiato vino bianco dotato di denominazione DOCG – Denominazione di Origine Controllata e Garantita; dal sapore fresco, le uve da cui proviene vengono coltivate nei tanti vigneti presenti nella zona.
È uno dei più celebri e raffinati vini del Piemonte, gradito ed esportato all’estero.
Il vitigno è 100% Cortese, un’antica varietà autoctona che viene coltivata solamente qui. Solo il vino prodotto all’interno del Comune di Gavi può fregiarsi del nome “Gavi di Gavi”.
Il colore è di un giallo paglierino, mentre il profumo è delicato, arricchito da note floreali e fruttate.
È ben abbinabile con pesce, carne, formaggi.
Punti di Interesse
Il Forte di Gavi torreggia sul paese. La prima costruzione si perde nell’epoca preromana, e venne ampliato e realizzato all’incirca com’è visibile oggi a cavallo fra il 1500 e il 1600 dai genovesi. Le varie esigenze di difesa, derivanti dall’evoluzione delle armi da guerra, hanno da sempre impattato sull’aspetto di questa fortezza: durante il Medioevo si presentava ornato da 2 torri e alte mura, successivamente vennero creati 6 bastioni uniti da robuste cortine munite di cannoniere.
Nel 1625 fu teatro di un assedio inserito fra le tensioni tra Spagna e Francia. La fortezza, detenuta dagli Spagnoli, resistette diverse settimane prima di cadere in mano francese.
Tutto il paese era circondato da una cinta muraria, di cui oggi sono visibili solo dei resti. L’accesso era garantito tramite 4 porte, oggi rimane solo il Portino, conservato nella sua struttura originaria. La sua origine è incerta, ma inquadrabile attorno al secolo XIII. È costruito in pietra calcarea, a differenza della maggior parte del paese, edificato con la più diffusa pietra arenaria.
Nel cuore del paese sorge la Chiesa di San Giacomo maggiore, parrocchiale di stile romanico originaria della metà del XII. La facciata è in arenaria locale. L’interno, modificato in periodo barocco, presenta 3 navate con absidi semicircolare. La particolarità della torre campanaria è la forma ad ottagono non equilatero, che dona un aspetto d’insieme singolare.
Il paese, inoltre, è “diviso” in 3 principali oratori religiosi, ognuno dei quali ha la propria parrocchia. Il più antico oratorio, risalente al 1399, è quello dei Bianchi, dediti alla tumulazione gratuita dei meno fortunati; al 1600 risalgono i Rossi, che si occupavano del Monte del Grano, atto ad anticipare la semente ai contadini. Infine, troviamo i Turchini, istitutori del Monte di Pietà per il prestito senza interessi con semplice pegno.
Il Santuario della Madonna della Guardia di Gavi, visibile da tutto il paese in quanto edificato su una delle colline più alte, è un tempio a croce greca eretto nel 1861. Venne costruito in meno di 4 mesi grazie all’aiuto della popolazione tutta. La statua della Madonna ivi presente ha una storia particolare. Nel 1746 il paese era attaccato dal fuoco degli austro-sardi, e Giacomo Bertelli fece un voto: se avesse avuta salva la casa, avrebbe eretto una cappella e una statua. Venne esaudito, e così egli costruì sul Monte Forneto una cappella con la statua. Successivamente, nel 1817 la siccità colpì il paese, e la statua venne portata in processione sul monte ove oggi sorge il Santuario. Piovve, e il sacerdote Tommaso Bertelli decise per la costruzione.
Il Palazzo Municipale, sede attuale dell’Amministrazione comunale, è antistante alla Chiesa di San Giacomo Maggiore. Recentemente è stato interesse di ristrutturazioni. Vi risiedevano Consoli e Podestà, amministratori dei beni comunali. Risalente al XIII secolo, sono presenti arcate in pietra a sesto acuto, colonne con capitelli ed elementi in stile gotico.