Dopo essere stato per tanti anni arrivo imprescindibile del fu Brixia Tour, il Passo del Maniva è tornato a fare capolino proprio al Giro Next Gen del 2018 e del 2019. Vinsero due colombiani, talentuosi ma mai realmente esplosi, Alejandro Osorio e Camilo Andrés Ardila, che domarono con grande autorità le pendenze della difficile salita bresciana.
Il valico alpino unisce la Val Trompia e la Val Sabbia e, durante la Grande Guerra contro Austria-Ungheria, tutta la zona, grazie alla sua rilevanza strategica, venne fortificata dal Regio Esercito Italiano, diventando ben presto uno snodo fondamentale dello “sbarramento delle Giudicarie”. Ancora oggi sono ben visibili (e visitabili) sul Passo le grotte di appostamento e le numerose trincee.
In ambito ciclistico, come detto, la salita ha cominciato a farsi conoscere nel nuovo millennio. Il Passo del Maniva è lungo 19,2 km e ha una pendenza media del 5,7%, ma cambia a seconda di dove si decide ufficialmente di far cominciare l’asperità, visto che è un lento in crescendo di difficoltà, senza una svolta secca o un imbocco che dice “qui comincia la salita”. La prima metà, infatti, è molto pedalabile, passando per Bovegno e Collio le pendenze sono sempre al 3-4%, poi a San Colombano le cose cambiano.
Gli ultimi 9 km di scalata fino alla cima posta a 1659 metri di altitudine, infatti, salgono costantemente al 7-8-9% e da quelli non si potrà scappare. La selezione, probabilmente, avverrà quasi tutta qua ed è lecito attendersi distacchi interessanti. Ardila, nel 2019, rifilò più di un minuto a tutti gli avversari.
L’ultima volta che una gara è terminata sul Passo del Maniva era però il 2022, al termine della Tappa 6 del Giro d’Italia Women. Vinse l’atleta francese Juliette Labous, reduce dalla fuga, mentre la futura vincitrice Annemiek Van Vleuten rifilò qualche secondo prezioso a tutte le avversarie.